15.11.12

La mia esperienza


Verso la metà di settembre ho iniziato il tirocinio in una casa di riposo di Assisi. È un’esperienza, che mi sta aiutando a scoprire sempre di più il volto povero di Gesù nelle persone anziane e malate.
Ogni giorno quando inizio il mio turno, sento che il Signore mi chiede di essere prima di tutto una presenza di amore che non giudica, che sa amare ciascuno senza parzialità, al di là delle apparenze. L’esperienza che vivo è quella di toccare con mano la fragilità di questi fratelli, che hanno bisogno di tutto, dall’essere nutriti, vestiti, lavati, ma soprattutto amati  e a volte coccolati. Inoltre, nei loro occhi spesso leggo la solitudine, l’abbandono e la tristezza per una vita che sta finendo. Per questo, sento che Dio mi chiede una cura particolare per ognuno secondo il proprio disagio sia fisico che psichico. Diversi hanno problemi motori, ma soprattutto di cognizione di tempo e di spazio. Insomma solo con qualcuno riesco a scambiare due parole, ma grazie a Dio seguo il consiglio di Madre Francesca, che dice di usare gentilezza in ogni caso e vedo che funziona il più delle volte. E’ proprio vero che il linguaggio dell’amore è il più comprensibile, ed è quello che supera ogni barriera.
Anche con qualche operatrice mi succede di aver pazienza: il modo di rivolgersi verso gli anziani, a volte sgarbato, mi incoraggia a dare il buon esempio ed essere una presenza di guarigione per tutti.
Sono davvero grata a Dio e alla Congregazione, per avermi dato la possibilità di fare questa bella esperienza, nella quale imparo molto dai miei maestri, che sono proprio questi fratelli che incontro ogni giorno.
Sr. Barbara T.
 
Sr. Barbara con alcune colleghe

Sr. Barbara con un ospite della casa di cura

Sr. Barbara con altri ospiti della casa di cura

Momento di ricreazione insieme

23.10.12

COSA IL VATICANO II HA SIGNIFICATO PER ME…


Il Vaticano II ha portato tanti cambiamenti che hanno avuto diverse conseguenze positive nella mia vita in questi ultimi 50 anni. Ce ne sono due a cui ora desidero fare riferimento che sono particolarmente importanti per me.

Il primo è l’interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo. Abbiamo cominciato a considerare Gesù nei Vangeli in maniera interamente nuova. Prima, pensavamo a noi stesse come la “Chiesa E il mondo.” Il Vaticano II ci ha ricordato che noi siamo “Chiesa NEL mondo.” Questo ci ha fatto uscire dal “monastero” ed entrare nel mondo REALE dove eravamo UNO in unità con i laici. Ci siamo rese conto che Gesù indossava quello che indossavano gli altri e andava in giro con loro in spirito di servizio. Anche noi quindi cominciammo a vestirci più semplicemente e a includere ministeri che avevano a che fare con i segni dei tempi dei nostri fratelli e sorelle nel mondo di oggi. E sapevamo che non saremmo riusciti a fare tutti questo da soli! Avevamo bisogno dell’aiuto dei laici. Quindi, con l’andare del tempo, abbiamo accettato che gli Associati condividessero il nostro cammino e ci aiutassero nei nostri ministeri. Che dono ci ha fatto il Vaticano II quando ci ha dato i nostri associati!

 Il secondo è stato il “ritorno alle fonti” che il Vaticano ci ha chiesto di fare. Questo significò una maggiore partecipazione, dialogo e collaborazione. In conseguenza dell’enfasi sul “sacerdozio di tutti i battezzati e la responsabilità comune per la vita e missione della chiesa”, siamo state chiamate a una nuova partecipazione, conversazione autentica e collaborazione. “NOI siamo la Chiesa” divenne una frase comune. Nella nostra Congregazione cominciammo a fare “Circoli della Vita” che ci esortarono a un maggiore dialogo e condivisione. TUTTI fummo chiamati a partecipare alle decisioni. Invece di avere una forma di obbedienza dall’alto, abbiamo formato una struttura di vita CIRCOLARE in modo da poter ascoltare e rispondere a tutte le nostre suore e lavorare per il bene comune. Di nuovo ci siamo ispirate a Gesù nel Vangelo che ci ricorda che la leadership NON è una questione di potere ma di SERVIZIO amorevole l’uno verso l’altro.

 Benché abbiamo ancora molta strada da fare prima di riuscire a vivere fino in fondo la chiamata del Vaticano II, abbiamo comunque ricevuto molte benedizioni e grazie. Rendiamo grazie allo Spirito che ci giuda nell’Amore di Dio!

Sr. Mary Madonna Hoying, sfp

 

             

22.10.12

Il significato del Concilio Vaticano II per Beth Rindler, SFP

Sono cresciuta in una famiglia che viveva in una piccola fattoria in Ohio, USA, in mezzo a cattolici. Era l’unica religione che conoscevo a quel tempo. Quindi le cose in cui credo vengono dalla Chiesa Cattolica Romana. La mia famiglia andava a messa tutte le domeniche e noi bambini andavamo a fare catechismo tutti i sabato mattina per un paio d’ore durante l’anno.
 
Le mie convinzioni religiose di base non sono cambiate molto dopo che sono diventata suora nel 1949. Con il verificarsi del Concilio Vaticano II, invece, la mia percezione di Gesù e della Chiesa cambiarono radicalmente. Prima del Vaticano II Dio mi sembrava l’essere più simile a un Babbo Natale di qualsiasi essere umano che conoscevo. Non pensavo mai al suo “Essere” se non come qualcosa di delicato, gentile e buono. Sapevo che il suo “Essere” era invisibile per me quando lo era il “vero” Babbo Natale. Eppure credevo nell’esistenza di entrambi. Gesù a quel tempo era il Beato Sacramento nell’Eucarestia.

I libri di materia spirituale a cui avevo accesso durante il Noviziato, che erano stati scritti prima del Vaticano II, mi sembravano incomprensibili; almeno la maggioranza. Non riuscivo a rapportarmi ad essi. Poi, quando il Cardinal Suenens scrisse La suora nel mondo moderno durante il Vaticano II non solo riuscii a comprendere quanto diceva ma mi piaceva quello che diceva. Questo libro era sensato, secondo me. Volevo girare le pagine il più velocemente possibile per vedere cosa c’era scritto più avanti.

Ero anche felice di riuscire a leggere le Scritture da sola, specialmente i Vangeli. Non mi ricordo il momento preciso o l’occasione,  ma ricordo che riuscii ad ottenere una Bibbia. Scelsi la Bibbia di Gerusalemme. Avevo sentito che era la traduzione migliore. Assieme a questo, un altro libro che ha avuto un impatto tremendo nella mia vita è stato Il nostro stile di vita evangelico, la prima revisione della nostra Regola. Questo libro ha significato moltissimo per me. Tuttavia, per adeguarsi alle aspettative canoniche questa revisione sembrava aver rimosso lo “spirito” che avevo sperimentato nella prima versione. Eppure, ho confidato nel fatto che sarei stata capace di mantenere lo spirito che avevo percepito nella prima versione.

L’altro aspetto della mia vita che ha significato molto per me dopo il Vaticano II è stato la possibilità di entrare nel mondo dell’apostolato pastorale nel 1972 dopo aver lavorato nel nostro ambiente ospedaliero come infermiera Questo mondo dell’apostolato pastorale mi ha spinto a leggere e studiare i testi di studiosi delle Scritture assieme anche a teologhe femministe. I libri che si distinguono per me in questo campo sono quelli scritti da Jane Schaberg, Elizabeth Johnson, CSJ, and Margaret Farley, RSM. Jane mi ha aiutato a vedere l’umanità assieme alla divinità di Gesù; Elizabeth Johnson mi ha aiutato a vedere come Dio può essere presente in altre religioni oltre al Cristianesimo; e Margaret a vedere amore umano come pensavo esistesse nelle Scritture. Ci sono molti altri libri ottimi e significativi che ho avuto il privilegio di leggere e su cui meditare ma per questioni di brevità in questo articolo faccio riferimento solo a questi.

Un’altra risorsa che il Vaticano II mi ha dato per la mia vita di SFP è stata la mia abilità di vivere di più tra persone che sono povere dal punto di vista economico invece che affluenti. La mia prima esperienza è avvenuta alla fine degli anni ’60 quando sono stata in grado di vivere brevemente tra Afro-Americani in un complesso di case popolari nella città di Detroit mentre frequentavo l’università per diventare infermiera. Da quella volta ho vissuto in case “comuni” con Suore di altre congregazioni e da sola mentre cercavo “lavoro” in alcune delle parrocchie urbane più povere in Ohio e nel Michigan.
 
E infine nel mio percorso di vita come SFP una benedizione inaspettata avvenne circa 20 anni fa quando una famiglia del Bangladesh con sei figli, con il più piccolo che a quel tempo era piccolissimo, si trasferì a fianco alla mia abitazione. Vivevano al piano terra della casa a fianco alla mia. Siamo diventati amici. Dopo un breve tempo sono riusciti ad acquistare la casa in cui vivo e mi hanno chiesto di rimanere invece che trasferirmi.

Il mio stretto rapporto con questa famiglia mi ha aiutato a comprendere un’altra cultura e una religione diversa dalla mia. Sono Islamici. Il modo in cui praticano la loro religione mi fa pensare alla mia vita come Cattolica romana prima del Vaticano II. I loro valori e le loro convinzioni sembrano simili a quelli che ho sempre nutrito. La famiglia sembra molto importante per loro assieme alla presenza di un Dio affettuoso che chiamano Allah. Quando penso a Dio di solito penso a Gesù.

Sono molto grata alla leadership SFP che abbiamo avuto dal Vaticano II. Ci sono parecchie persone che potrei nominare. Eppure riconosco che non sono queste poche persone tra noi ma piuttosto tutte noi che siamo cambiate parecchio dal Vaticano II. Per quando mi riguarda, io credo di avere un “assaggio” di un po’ di paradiso qui sulla terra prima ancora di morire. Ovviamente, nell’ora della morte mi aspetto di continuare a goderne, ma questa volta per l’eternità.

 

9.10.12

VATICANO II – 50 ANNI

Pare impossibile che il Concilio Vaticano II si sia tenuto cinquanta anni fa! Mi ricordo l’entusiasmo quando papa Giovanni XXIII annunciò un CONCILIO ECUMENICO! E poi le notizie che arrivavano durante lo svolgimento del Consiglio!

Per me personalmente è stata un’esperienza così liberante. Ho personalmente apprezzato i cambiamenti nella liturgia: il fatto che il sacerdote si rivolgesse all’assemblea; la messa non più in latino. Ero piena di entusiasmo per i documenti della Chiesa: la LUMEN GENTIUM e, ancora di più, la GAUDIUM ET SPES. Questi documenti e quello sull’ECUMENISMO.

A quel tempo feci parte del processo iniziale di formazione e di conseguenza ho vissuto con le difficoltà che presentò nella Chiesa e nella vita religiosa delle giovani suore. Venne un momento in cui parecchie rivalutarono la loro chiamata e alcune si resero conto che erano chiamate a una vita diversa.

Nella Congregazione ho sentito che era un momento in cui assieme ci potevamo aprire allo Spirito Santo in un modo speciale. Una delle cose che trovai estremamente utile fu uno studio comunitario dei documenti del Concilio, seguendo indicazioni e domande preparate da Pare Eugene Maly. Per me il Vaticano II offrì la possibilità di essere veramente aperte allo Spirito nella fedeltà al Consiglio e alla Chiesa nello spirito della Beata Francesca Schervier.

Sr. Marie Clement Edrich

 

 

20.8.12


RICORDARE IL VATICANO II
Il 4 settembre 1965 arrivai a Roma, in Italia, per vivere con le nostre suore a Villa Francesca, la nostra casa di studi sull’Aventino.

La congregazione mi aveva mandato per studiare teologia al Regina Mundi, la scuola internazionale per suore e donne laiche. Benché fosse un onore essere scelta, in quel momento io stavo frequentando un corso entusiasmante e radicale per un Master in Educazione Religiosa al Manhattanville College del Sacro Cuore a New York. I professori provenivano da diverse discipline tra cui Sacre Scritture, le figure di Cristo nel Cinema, Teologia Morale, ecc. Sarei dovuta partire prima della fine del corso per andare al Regina Mundi. Pensavo che il Regina Mundi avrebbe offerto poco più dell’educazione religiosa che avevo ricevuto tanto tempo prima.

Ciò nonostante, a Roma nel periodo 1962-1965 stavano succedendo cose entusiasmati. Papa Giovanni XXIII aveva convocato il Concilio Vaticano II e aveva spinto la Chiesa ad aprirsi verso nuove idee e nuove visioni. Arrivai a Roma in tempo per assistere alla cerimonia di chiusura del Concilio. I documenti del Concilio persuasero il Regina Mundi ad aggiornare i suoi corsi! Alcuni dei periti – gli esperti – del Concilio vennero a parlare con gli studenti.

Un’americana con una villa a Roma invitò le superiori degli ordini religiosi ad andare alla sua villa per ascoltare alcuni di questi periti. Suor Maria Teresa Romeo era la nostra superiora locale a Villa Francesca. Poiché’ stavo studiando teologia mi ha invitato ad andare a questi incontri con lei. Mi ricordo di essere stata particolarmente felice di ascoltare il famoso Cardinale Suenes dal Belgio e Padre Bernard Haring, CSSR dalla Germania che erano entrambi periti del Concilio.

I documenti del Concilio cominciarono a venire diffusi in lettere ai vari superiori degli ordini religiosi ed io ebbi la possibilità di leggerli. Era un momento entusiasmante e pieno di speranze. Negli Stati Uniti i documenti del Vaticano II stavano portando effetti sia positivi sia negativi sulla Chiesa. Il Concilio esortava a fare dei cambiamenti nella vita della Chiesa. C’erano documenti sulla liturgia, sull’ecumenismo, la Bibbia, la vita religiosa e altro. Perfectae Caritatis, la Perfezione della Carità, chiedeva ai religiosi, uomini e donne, di ritornare alle loro fonti e rinnovare la loro vita. Gaudiem et Spes, La Chiesa nel Mondo Moderno, chiedeva alla Chiesa di essere aperta alle gioie e speranze di tutti i popoli. Ciascun documento esortava a effettuare qualche tipo di cambiamento. Coloro che vedevano il valore di questi cambiamenti li accolsero e andarono avanti. Da notare è il fatto che le congregazioni religiose compierono i cambiamenti richiesti mentre nelle diocesi e parrocchie la formazione al cambiamento avveniva molto lentamente e in alcuni posti veniva addirittura opposta.

Alle congregazioni religiose venne dato il mandato di tenere un Capitolo per il Rinnovamento. Noi lo abbiamo fatto nel 1968 a Frascati, vicino a Roma. Con riverenza e obbedienza, ma non senza qualche espressione di resistenza tra di noi, la nostra Congregazione ritornò alle sue fonti: il Vangelo, San Francesco e Santa Chiara, il Movimento Francescano, la Beata Francesca Schervier e le fonti della nostra Congregazione. Abbiamo modificato la nostra Costituzione e, prendendo ispirazione dal Vangelo, in cui i primi Cristiani venivano chiamati Seguaci della Via, lo abbiamo chiamato il Nostro Modo di Vita Evangelico. Suor Innocenta Donnelly, seguita da Suor Rose Margaret Delaney, hanno condotto coraggiosamente la Congregazione ad effettuare il rinnovamento a cui eravamo state chiamate.

Per ricordare quanto stava succedendo nel luogo in cui poi sono ritornata, ossia gli Stati Uniti, la nostra leadership ci guidò attraverso un processo di rinnovamento. Collaborammo con altre Congregazioni Francescane per cercare rinnovamento nel modo di vita Francescano. Raccogliemmo straordinari studiosi francescani e guide spirituali per assisterci. Ce ne furono parecchi. Due che ricordo in maniera particolare furono Suor Maristell Schanen, una guida spirituale delle Suore Francescane di Little Falls, Minnesota (morta il 7 luglio 2012) e lo storico Padre David Flood, OFM. Altri forse se li ricordano i miei contemporanei. Nella Diocesi di Brooklyn collaborammo con i Frati Francescani di Brooklyn, con i quali abbiamo un rapporto di lunga data.

Questi anni di studio delle nostre Fonti e questi passi verso il rinnovamento mi fecero apprezzare il fatto di fare parte di una congregazione piccola ma progressista. Ci furono momenti difficili in cui alcune delle nostre suore decisero di lasciare la Congregazione. Almeno per alcune l’aspetto positivo di questo processo fu il fatto di diventare capaci di vedere la possibilità di un modo di vita diverso per loro. Conoscere le nostre Fonti Francescane mi fece apprezzare di far parte di una più ampia Famiglia Francescana.

Suor Bernadette Sullivan, SFP